Investire sul web con un portale
Non di rado le espressioni “portale web” e “sito web” vengono utilizzate come sinonimi. Ma è davvero così o esistono delle differenze tra queste due realtà? A ben vedere, i portali possono essere considerati come insieme di contenuti o come ricettacoli di proposte che sono destinate ai visitatori. Essi offrono un modo nuovo di guardare la Rete, dal momento che presuppongono l’integrazione di vari marchi che si occupano dello stesso tema o che sono attivi nel medesimo ambito. Come dire: l’unione fa la forza. Ma i portali possono essere declinati in tante versioni diverse: si pensi, per esempio, a una piattaforma come eBay, che implica una notevole autonomia del visitatore e del cliente. Quando ci si rivolge a un’agenzia web per richiedere la creazione di un portale, è bene avere chiaro il contesto che si desidera ottenere.
Un sito web non è un portale web
Non sono di poco conto le caratteristiche che consentono di distinguere un sito web tradizionale da un portale. Quest’ultimo, come si è detto, consiste nell’unione di vari siti, o comunque di un certo numero di contenuti, il cui scopo è quello di incrementare la visibilità del tutto e, per riflesso, dei singoli che lo compongono. Contattando un professionista specializzato nella realizzazione portali web, sono diversi i punti salienti che dovranno essere affrontati: non solo i contenuti e l’inserimento di foto, ma anche il posizionamento e la facilità nell’individuare i temi che saranno trattati. Sono dettagli tecnici che non possono essere sottovalutati, e che determinano il costo complessivo di un progetto.
Il portale è un sito moltiplicato n volte
Se tali dettagli sono già fondamentali per qualsiasi sito web, risulta evidente come essi si amplifichino e si moltiplichino nel caso di un portale. Anche per questo motivo non si può prescindere da un lavoro che sia il più possibile meticoloso e accurato sin dal momento della progettazione di partenza. Per poter essere ritenuto esaustivo, un sito non dovrebbe avere meno di una quindicina di pagine per ognuno dei settori che vengono trattati: in presenza di un portale, tali numeri devono essere aumentati, e non di poco. I testi devono essere scritti avendo in mente due obiettivi: il primo è quello di farsi capire senza difficoltà dal lettore; il secondo è quello di mirare al miglior posizionamento possibile.
L’archivio
Tra i fattori che differenziano un sito e un portale web, è opportuno porre l’accento sull’archivio. Quest’ultimo deve essere realizzato in modo tale che possa essere consultato con facilità. C’è bisogno, dunque, di una struttura appropriata, che nel caso di un portale presuppone la creazione di una serie di minisiti. I costi possono essere elevati, ma gli investimenti che sono necessari per incrementare la visibilità di un progetto servono non solo a farlo nascere, ma anche a svilupparlo nel corso del tempo, a migliorarlo in continuazione e a integrarlo. Per calcolare il costo di un portale, è bene sapere che un sito medio richiede un investimento attorno ai 5mila euro; moltiplicando il tutto, si ha una base di partenza di 40mila euro. Deve essere chiaro, però, che un portale per sua stessa natura è in costante evoluzione, il che vuol dire che ha bisogno di continui aggiornamenti, di nuove modifiche e di uno sviluppo senza sosta.
Quali sono i punti di partenza?
Prima di avviare il progetto di un portale, insomma, è opportuno concentrarsi su alcuni aspetti, a cominciare dal target di riferimento a cui si mira. Così, si può capire in che modo tentare di raggiungere i potenziali visitatori. Una volta capito se ciò che si sta proponendo risulta appetibile o meno, arriva il momento di focalizzarsi sui comportamenti e sulle azioni da adottare per rientrare dell’investimento sostenuto.
Come saranno i notebook del futuro
Il Ces 2018 ci permette di scoprire come saranno i notebook del futuro: più potenti e più sottili di quelli attuali, ma soprattutto in grado di favorire una maggiore produttività. Al Consumer Electronic Show di Las Vegas, per esempio, Acer ha proposto lo Swift 7, un ultrabook il cui spessore non arriva a 9 millimetri. Decisamente sottile, questo dispositivo vanta un processore Intel Core i7 Kaby Lake ed è equipaggiato con uno schermo Gorilla Glass con diagonale da 14 pollici, che – ovviamente – assicura una risoluzione Full Hd. Ben nove ore di autonomia e uno chassis nero all’insegna dell’eleganza sono alcuni tra i punti di forza di un prodotto che, al momento del lancio sul mercato, avrà un prezzo di 1.699 dollari.
Sempre da Acer, ecco il notebook per il gaming: si tratta del Nitro 5, per il quale il prezzo di listino previsto è di 799 dollari. Niente male per chi non vuole rinunciare a giocare in mobilità, anche a fronte di prestazioni eccellenti garantite da un Ryzen 5 2500U o da un AMD Ryzen 7 2700U.
Le offerte di Asus
Anche Asus ha regalato sorprese e spunti interessanti con i suoi notebook: a Las Vegas, infatti, sono stati presentati lo Zenbook 13, con diagonale da 13.3 pollici, e lo Zenbook Flip 14. Il primo, oltre alle cornici estremamente sottili che fanno sì che l’80% della superficie sia occupato dallo schermo, mette a disposizione risoluzione Full HD o Ultra HD: sarà messo a disposizione a partire dalla seconda metà dell’anno e offrirà ai suoi utenti l’integrazione del touchscreen. Zenbook 13 pesa meno di 1 chilo, è equipaggiato con una scocca metallica e può accogliere un processore Intel Core i5 o i7 di ottava generazione, per una Ram che può arrivare fino a 16 giga. Per quel che riguarda Zenbook Flip 14, invece, i processori Intel Core i7 sono abbinati a un SSD fino a 512 giga: a contraddistinguere questo notebook è l’autonomia fino a 13 ore, ma anche la possibilità di ribaltare lo schermo. Non manca molto per vederlo sugli scaffali (almeno quelli dei negozi virtuali): a marzo, infatt, sarà messo in vendita a un prezzo di 899 dollari.
Il notebook di Dell
Per quel che riguarda il marchio Dell, al Ces gli addetti ai lavori hanno finalmente avuto l’opportunità di conoscere e osservare da vicino il nuovo XPS 13 con risoluzione Full HD o Ultra HD: questo ultraportatile, dotato di processori i5 o i7, presenta uno schermo da 13.3 pollici e una SSD fino a 1 tera. Il prezzo di lancio è di 999 dollari, superiore a quello del modello che lo ha preceduto soprattutto a causa del nuovo design, più leggero e più sottile: un paio di centimetri.
Lo Spectre X360 15 di HP
Anche HP ha saputo farsi notare a Las Vegas con lo Spectre X360 15: una revisione del notebook due in uno del marchio che ha uno spessore lievemente superiore, ma che offre prestazioni migliori per merito del processore Intel Core i7 8705G con AMD Radeon RX Vega M e SSD da 2 tera. Con Lenovo, invece, spazio per il ThinkPad X1 Tablet, con display touch da 13 pollici e spessore inferiore ai 9 millimetri: al di là della risoluzione da 3000 x 2000 pixel, ciò che colpisce è il nuovo kickstand, che fa sì che lo si possa impiegare a mo’ di notebook su qualunque tipo di superficie. I processori Intel di generazione installati sotto la scocca sono valorizzati da una SSD fino a 1 tera, ma vale la pena di apprezzare anche la doppia fotocamera – quella anteriore da 2 MP e quella posteriore da 8 MP – insieme con le nove ore e mezza di autonomia.
Social Media & Email Marketing: un connubio vincente
Se non sei un professionista del settore dell’email marketing sarai sempre portato a pensare che le mail siano dei contenitori vuoti, antidiluviane, inutili da utilizzare come se passassimo ora davanti a delle vecchie cabine telefoniche e pensassimo che sono impossibili da utilizzare con l’avvento delle nuove tecnologie telefoniche. Invece è un erroraccio che mi piacerebbe non faceste, perché l’email marketing è ancora oggi oro purissimo per coloro che si occupano di social media. Il reale pontenziale dell’email marketing è altissimo, davvero altissimo. Quindi ora vi darò dei consigli per entrare con maggiore convinzione in questo settore e per lavorare, con la massima serenità, a questa miniera d’oro.
I migliori consigli
1. Rivaluta il valore della tua newsletter
Se parliamo di newsletter dobbiamo sempre pensare a un prodotto ben confezionato, che sia intelligente, che sia ben scritto e che sia inviata con una costanza che è sempre la stessa. Paradossalmente questi tre punti cardine sono anche quelli che possono portare alla sconfitta in questo. Basta essere troppo assillanti o mandare delle cose fatte male per perdere qualsiasi tipo di fiducia con il cliente. Ma se si cura bene il prodotto i risultati e i clienti arrivano matematicamente. Moltissime sono le piattaforme (ne parleremo nel prossimo paragrafo) che si occupano di ottimizzare tutte le risorse, però certamente posso dirvi che la chiave è quella di bilanciare i messaggi promozionali con quelli utili per i lettori.
2. Piattaforme di email marketing, quale scegliere
Visto che ci sono tutta una serie di parametri da utilizzare è preferibile, invece che fare tutto il lavoro da soli, affidarsi a una piattaforma di marketing già presente sul web che metta un team di professionisti al lavoro su ciò che serve e che controlli tutta una serie di cose. La lunghezza del titolo, la lunghezza del corpo della mail, la larghezza, la mailing list, la promozione da inserire all’interno. Tutto controllato dall’inizio alla fine. Una delle migliori piattaforme è quella di matico.io che mette a disposizione professionisti e mezzi per la migliore campagna di email marketing possibile.
3. Ottimizza quell’oro
Se crei una newsletter fatta bene potresti stare seduto su una miniera d’oro senza saperlo. Soprattutto se riesci a categorizzare e a fruttare aree specifiche mostrando di essere un mago del settore di cui stai parlando. Questo è piuttosto interessante, perché così diventa la newsletter una macchina da guerra capace di interessare i clienti a cui interessa quel settore. Le utilities per rendere l’email imbattible potrebbero essere:
- Trend: mostra quanto ne sai commentando gli avvenimenti alla moda
- Nuovi prodotti: trova una serie di prodotti utili e innovativi e stringi contatti con gli sviluppatori
- Incontra il team: crea gruppo per far sì che i tuoi professionisti si sentano amati e stimolati a lavorare
- Scegli la star: trova un nome grosso o un grosso prodotto da intervistare
- Case Study di successo: interessati ai lettori, scopri cosa possa loro piacere per mantenere alta l’attenzione
- Apri la rubrica “Chiedi a un esperto”: questo fa sì che i clienti possano chiedere consigli
- Offerte speciali e promozioni: questo è fondamentale, inserire in ogni newsletter uno sconto o una promozione fidelizza moltissimo i clienti
La mail deve essere colloquiale, deve essere coinvolgente, è uno strumento di comunicazione che è importante che sia interessante. Proprio per questo meglio personalizzarla cliente per cliente per creare fedeltà e credibilità.
4. Scegli un argomento interessante e riciclalo
Se hai trovato un argomento interessante da utilizzare e hai avuto un bel feedback dai tuoi clienti riciclalo e convertilo, seguendo le basi del copywriting professionale nei vari formati utilizzati nei social media, dalla foto di Instagram, al tweet di Twitter, al post di Facebook. Incontra la tua squadra e scegli il miglior hashtag, sì parliamo proprio di parola chiave, certamente in chiave SEO da poter essere utilizzata in qualsiasi formato comunicativo moderno. Questo è un bel modo di restare sul pezzo, di affrontare il mondo dei social media da più parti cercando sempre di restare appassionanti e appassionati e non pedanti. L’importante, quello che noi cerchiamo, è riuscire a creare un piano di marketing strategico e mantenere focalizzati i clienti su quello che proponiamo e questo si può fare solo restando intelligenti, non cercando di fare gli imbonitori. Scrivere bene, scrivere chiaro, è la prima regola di una qualsiasi campagna di comunicazione toutcourt. Fondamentale, però, ricordare che l’email non è uno strumento antidiluviano ma la base da cui partire per fidelizzare i nostri clienti. Un incipit personalizzato, una mail breve ma incisiva e il gioco è fatto.
Come salvaguardare i dati del tuo hard disk
Avete mai riflettuto a cosa potrebbe accadere se da un giorno all’ altro il vostro hard disk dovesse smettere di funzionare? No? Infatti, non ci pensiamo mai. Diamo per scontato che spingendo il bottone di accensione il computer risponda sempre. Non è raro invece che accada il contrario. La parte che conserva i nostri dati, foto, video, documenti è invece fragile. Le statistiche parlano di rotture entro il primo anno di vita pari al 5% dei supporti magnetici installati. Gli hd sono molto sensibili agli urti, agli sbalzi eccessivi di corrente, al calore. Non diamo per scontato che conservino per sempre i nostri dati, per questo motivo tuteliamoci e prendiamo dei provvedimenti.
Parliamo del backup, ovvero del fare un salvataggio periodico di dati per evitare di perdere i nostri preziosi ricordi. Se siamo arrivati invece a leggere questo articolo perchè il nostro hd non funziona piú possiamo affidarlo nelle mani di Recoveryfile, un’azienda che si occupa proprio di recupero dati da hard disk danneggiato e dispositivi di memoria non piú utilizzabili. Non solo hd illeggibili, ma anche chiavette Usb, schede SD, SSD o interi tablet e smartphone. Recoveryfile si trova a Roma ma può offire assistenza in tutto il mondo, basta spedire il prodotto non funzionante. Viene analizzato con sofisticati strumenti elettronici per stabilire tempi e costi del recupero.
Come detto, la miglior cosa da fare è quella di non arrivare impreparati ad una situazione del genere. Non aspettiamo di trovarci di fronte al fatto compiuto, salviamo sempre i nostri dati facendo un backup periodico.
Sulla rete si possono trovare degli ottimi sofware, anche gratuiti. i due migliori sono EaseUS Todo Backup e Synback. Permettono di ricreare intere immagini dei nostri hd in pochi semplici click. Per rendere le cose ancora piú semplici permettono anche di effettuare il cosiddetto backup incrementale, ovvero il salvataggio di volta in volta, solo degli elementi modificati. La prima volta quindi si fa la copia totale dell’ hd, le volte successive si salvano solo i file modificati. Il problema nell’ utilizzo di programmi per backup di questo tipo è che sarà necessario fare il restore sia dell’ultimo backup completo che dei successivi incrementali. Ciò comporta un incremento del tempo necessario per il ripristino dei dati.
Dove salvare i backup? La piú grande novità degli ultimi anni è la “cloud“, la cosiddetta nuvola. I file vengono immagazzinati su internet in grossi server. I servizi piú famosi sono quelli di Dropbox, Google Drive, Mega. Sono offerti diversi Gb di spazio a titolo gratuito per salvare foto, video, documenti. Si accede tramite login e password ed i sistemi offrono un buon grado di sicurezza contro tentativi di intrusione.
A non tutti però piace l’idea che i propri dati sensibili viaggiano nella rete, alla mercè di qualsiasi potenziale intrusore. Per questo motivo possiamo ricorrere a copie di sicurezza da effettuare su hd ridondati con sistemi RAID, oppure su SSD, chiavette. Non a copie su DVD che hanno vita breve, soprattutto quando esposti a fonti di calore. Meglio allora comprare periodicamente nuovi hd su cui riversare i dati da custodire.
Neuromarketing, le nuove frontiere della pubblicità
Gli esperti di marketing, coloro che pianificano campagne pubblicitarie di Visibilità fanno sempre piú ricorso a nuovi strumenti di persuasione. Il neuromarketing è una disciplina recente del settore che utilizza tecnologie, anche mediche, per studiare le risposte del cervello agli stimoli di marketing.
I ricercatori usano ad esempio la risonanza magnetica o la TAC per misurare le variazioni di attività in alcune parti del cervello. Ciò è utile per apprendere il motivo per cui i consumatori prendono alcune decisioni quando si tratta di fare un acquisto.
A cosa serve
Si è scoperto che quando si tratta di prendere una decisione, di qualsiasi tipo, l’uomo è molto meno razionale di quello che sembra. Le nostre azioni sono governate da impulsi legati a stati emozionali, chimici, anche pregressi. Lo ha ben indicato il premio nobel Daniel Kahneman nel suo “Pensieri Lenti e veloci“. Forti di queste intuizioni gli esperti hanno iniziato a studiare meglio i comportamenti che ci sono dietro ad un’azione legata all’ acquisto di beni e servizi.
Il neuromarketing serve proprio a questo, a capire come il consumatore reagisce quando cambia il colore della confezione, la forma del prodotto, il suono che fa la scatola quando viene scossa. Tutte cose che a noi sembrano banali perchè non le ponderiamo quando compriamo qualcosa, ma al livello interiore stimolano qualcosa che non riusciamo a razionalizzare.
Il ruolo del Neurofeedback
il Neurofeedback è la formazione diretta delle funzioni cerebrali, con la quale il cervello impara a funzionare in modo più efficiente. Con alcuni macchinari si osserva il cervello in azione di momento in momento.
Si tracciano le reazioni di carattere emozionale e cognitivo degli individui che prendono parte ai test effettuati dagli esperti. La Tac, l’elettroencefalogramma o la risonanza magnetica registrano le variazioni che vengono poi analizzate. Ad uno stimolo il cervello reagisce diversamente. Cosa succede quando sentiamo un odore? Siamo piú propensi ad acquistare? La musica aiuta a fare shopping? Sono domande a cui sono state date risposte efficaci già da qualche anno. Hanno trovato applicazione nei centri commerciali invasi da musica e profumi.
Le indagini di mercato non bastano piú
una volta gli esperti di marketing si affidavano alle indagini di mercato. Uno stuolo di persone veniva inviato a fare domande in giro sulla bontà di un prodotto, si prendevano dei campioni rappresentativi e si elaboravano delle strategie di vendite. Queste cose oggi sono un po’ sorpassate o meglio vanno pesate meglio perchè le persone possono rispondere in maniera differente a seconda di come vengono poste le domande.
Esempi concreti di neuromarketing
Un esempio classico è quello di domandare se “si è disposti a prestare un euro per una buona causa“. A questa domanda aveva risposto positivamente il 25% delle persone intervistate. In un’altra tornata è stato chiesto precedentemente alle stesse persone rappresentative “vi considerate delle persone altruiste?“. Successivamente è stato chiesto se avrebbero voluto prestare 1 euro per una buona causa. Si è passati dal 25% di risposte positive al 75%. Si chiama “principio di coerenza” e fa parte delle nuove scoperte del neuromarketing.
Altri studi hanno evidenziato che le barzellette fatte leggere a delle persone che avevano in bocca una matita tenuta stretta tra i denti in modo orizzontale, come a stimolare un sorriso forzato, risultavano essere piú divertenti da coloro che invece le avevano lette in maniera classica.
Per approfondire: http://visibilita.net/neuromarketing-potenzialita-biofeedback/
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