Come creare titoli veramente efficaci per i tuoi annunci su Facebook.
Se vi è già successo di realizzare una campagna su Facebook saprete che non basta creare un annuncio pubblicitario, per ottenere traffico.
Infatti, il problema principale è proprio di come viene creato, questo annuncio. Il titolo ad esempio, è uno degli elementi più importanti in assoluto.
Ci sono alcune cose che devi tenere a mente, per realizzare titoli davvero, davvero efficaci. Andiamo a vedere quali sono.
Domande.
Inserire una domanda in un titolo è (quasi) sempre una buona idea. Una domanda, per essere efficace, deve spronare chi legge l’annuncio ad aprire la pagina. E quindi: Lo sapevi che…?, in modo tale che le persone siano incuriosite a scoprire di più su come fare per raggiungere un determinato obiettivo.
Marchi.
Il Marchio, la Firma, si sa, tira più di un carro di buoi. Quindi, a meno che tu non debba fare promozione ad un brand molto importante e conosciuto a livello internazionale ma, più presumibilmente, ad un negozio, rivenditore, punta a inserire nel titolo del tuo annuncio il marchio del prodotto più famoso.
La tua campagna avrà molte più probabilità di ottenere buoni risultati.
Gratis.
Non è “Sesamo” la parola magica, ma “Gratis”. Ma in fondo, a chi non piacciono i regali? Questo trucchetto è molto utile soprattutto se hai guide o risorse gratuite, come ebook o simili, che vuoi condividere con i tuoi contatti (e potenziali clienti). In questo modo sarà più facile riuscire ad ottenere un indirizzo email da poter inviare loro email promozionali.
Numeri e dati.
E’ uno dei ganci che potrà permetterti di ottenere l’attenzione di chi naviga. Sono sintomo di concretezza, l’importante è che poi, all’interno dell’articolo questi dati siano certificati da spiegazioni e prove inconfutabili. La delusione del potenziale cliente è inconsolabile.
Pubblico.
Hai creato un contenuto che interesserà solo un determinato pubblico? Metti questo aspetto in evidenza, all’interno del tuo annuncio.
E voi, cosa ne pensate?
Finalmente presentato il progetto di Twitter: ecco che arriva Moments.
Se n’era già parlato tempo fa, ma il progetto era ancora piuttosto nebuloso. Si conosceva solo il suo nome in codice: Project Lightning, adesso invece è pronto, e secondo molti sarebbe il miglior aggiornamento della piattaforma, dalla sua nascita ad oggi. Finalmente un progetto di aggregazione, per l’enorme mole di contenuti che quotidianamente viene pubblicata sul social dell’uccellino. Sarà un nuovo di orientarsi, all’interno di Twitter. Una rivoluzione rispetto alla fruizione cronologica oppure per hashtag dei vari tweet.
Che cos’è Moments.
Una raccolta dei contenuti più importanti sugli argomenti del giorno. La raccolta di Tweet è aggiornata in tempo reale, da una team dedicato. Ogni contenitore, di ogni argomento, comprenderà oltre ai Tweet, foto, gif animate, Vine, video, link e tutti gli approfondimenti delle maggiori testate.
Come funziona.
Nel menù delle applicazioni è stata aggiunta la nuova scheda Moments. Ogni tweet di quelli contenuti nelle selezioni sarà visualizzato come se fosse un magazine, a pagina piena.
Gli utenti potranno seguire le raccolta e ricevere notifiche ogni volta che una di queste viene aggiornata.
Perché è così rivoluzionaria.
Perché Twitter è deciso ad affermarsi come il social delle news, per eccellenza. E con Moments permette agli editori e ai creatori di contenuti di dare maggiore valore al proprio lavoro.
E voi, cosa ne pensate? Moments sarà oppure no, una piccola rivoluzione?
Nuovo layout per le pagine Facebook.
E’ proprio vero che Settembre è il mese delle nuove partenze e delle novità. Facebook non fa eccezione ed introduce nuovi layout per le pagine brand.
Tutto nasce da un assunto inconfutabile: le persone trascorrono sempre più tempo su Facebook collegati da mobile, e si aspettano di avere sempre più informazioni dalle aziende. Tutto deve essere a portata di mano. O meglio, di dito.
D’altra parte, le aziende, vogliono che l’utente sia sempre più parte della propria comunicazione aziendale. In mezzo c’è Facebook, che introduce nuove call-to-action, anche e soprattutto per mobile, come “chiama ora”, “invia un messaggio” o “contattaci”, che permettono un’azione immediata soprattutto da smartphone.
Ma non è l’unica novità. Sono stati eseguiti alcuni interventi specifici sull’interfaccia utente. Ovvero, proprio perché sono sempre di più le persone che si connettono a Facebook utilizzando il proprio smartphone, la nuova organizzazione delle pagine è basata su Tab, per rendere il layout della pagina ancora più coerente e lineare.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio quali sono questi cambiamenti.
Immagine di profilo.
Molto più più piccola, praticamente la metà. Si passa infatti dai 180×180 ai 90×90 pixel. Inoltre, cambia posizione, salendo fino ad essere sovrapposta sull’immagine di copertina, che invece mantiene la stessa dimensione (ovvero: 851×315 pixel).
Tab.
Cambiano le posizioni, le tab adesso non sono più allineate con l’immagine del profilo, ma sotto ad essa, allineate a sinistra.
Pulsanti “Mi piace”, “Messaggio” e Menù Opzioni.
Adesso sono sotto alla copertina, sempre allineati a destra.
Nuove funzioni.
Nel menù opzioni compare una novità: ovvero la possibilità di visualizzare la pagina brand come fan o visitatore.
Call-to-action.
E’ stato spostato all’interno della copertina e risulta molto più evidente.
Questo sono le novità già introdotte. Altre sono state annunciate. E voi che ne dite, vi piace il nuovo layout delle pagine?
Riconoscere una bufala online. Ecco quali strumenti utilizzare.
Su Internet ogni giorno si corre il rischio di incappare in una bufala.
Ma che cos’è una bufala? Non parliamo ovviamente né della moglie del bufalo, né tantomeno del delizioso prodotto caseario utilizzato per preparare la pizza.
La bufala di cui parliamo oggi è la notizia falsa, spacciata come vera, in modo più o meno consapevole. Di solito le bufale si diffondono velocemente, grazie ai social media e alla disinformazione di chi si occupa di comunicazione. Disinformatori e mancanza di controllo su fonti e notizie, sono infatti le principali cause di questo fenomeno mediatico.
Le bufale si diffondono facendo leva sull’emotività, sull’allarmismo o sullo svelamento di verità occulte. Una cura miracolosa, un complotto delle multinazionali, un modo per pagare meno la benzina. Il tutto senza mai nominare chiaramente una fonte.
Oppure si tratta di notizie vecchie, tornate alla ribalta, e spacciate come scoop.
Come smascherare le bufale?
La risposta è più semplice di quello che si pensi. Fate un’analisi delle contraddizioni della storia e controllate rigorosamente le informazioni fornite. Oppure, usate il buonsenso.
Esistono comunque alcuni strumenti che possono darvi una mano, per eseguire una verifica più attenta. Andiamo a vedere quali sono:
Google Immagini.
La prima ricerca, quella più veloce, è indagare se la foto è nuova o riciclata. Quindi caricare la foto in questione su Google Immagini oppure TinEye può essere utile per scoprire se si stratta di uno scatto vecchio già di qualche anno oppure attuale.
Jeffrey’s Exif Viewer.
Partiamo dall’inizio, ovvero cosa sono le informazioni Exif? Si tratta di metadati che vengono caricati su ogni foto, audio o video, registrato con un dispositivo digitale. Jeffrey’s Exif Viewer è un lettore di queste informazioni. Dovrete inserire l’url all’interno del sistema e potrete risalire velocemente a tutti i metadati.
Youtube DataViewer.
Mentre curiosate tra le pieghe dei social network incappate nell’ennesimo video virale. Come fare per capire se si tratta di un video scaricato da Youtube e ricaricato all’occorrenza? In vostro aiuto accorrerà YouTube DataViewer. Inserite l’url del video e otterrete tutte le informazioni di caricamento, come Codice ID, data e ora.
FotoForensics.
Questo programma vi permetterà di scoprire se una foto è stata modificata. Anche in questo caso, una volta caricato l’url, potrete scoprire se è stata montata una bufala.
WolframAlpha.
Ricordate il computer di Star Trek? Ecco questo motore di ricerca vi permette di fare praticamente qualunque cosa. Anche verificare che condizioni atmosferiche c’erano in un determinato luogo, in un determinato giorno, ad una determinata ora. Mai più senza.
Da oggi le bufale non avranno più segreti per voi.
Dopo Uber, adesso c’è l’home restaurant di Gnammo.
All’inizio era Uber, la punta dell’iceberg della sharing economy, adesso arriva anche Gnammo, una piattaforma italiana dedicata al #socialeating.
E infatti, dopo i cuochi a domicilio, Gnammo offre la possibilità a chiunque di organizzare pranzi, cene e degustazioni a casa propria.
E già ci sono le prime polemiche di chi vorrebbe che chi cucina a pagamento, presentasse la SCIA di dichiarazione di inizio attività al Ministero dello Sviluppo economico.
Come funziona Gnammo.
Chiunque potrà mettersi alla prova, dietro ai fornelli. Il cuoco decide di aprire casa propria, per una cena al buio e i partecipanti possono conoscere nuovi amici. Su Gnammo, il cibo diventa social, strumento di conoscenza e scoperta.
Da una parte ci sono i cuochi, che inseriscono menù, foto della location, quanti posti ci sono a disposizione e il prezzo della cena, a persona. Dall’altra ci sono gli “gnammers”, che selezionano le offerte in base alla città, al costo e ad altri criteri. Una volta pagato il costo dell’evento, ciascuno gnammers riceverà l’indirizzo al quale recarsi.
In realtà mangiare è solo un pretesto, lo scopo del sito è dare la possibilità di incontrare persone nuove e conoscere gli altri membri della community. In buona sostanza, si tratta di un social che crea occasioni affinché la gente esca da casa e interagisca nel mondo reale.
Ristoratori vs. Gnammo.
Secondo il ministero qualunque soggetto, è tenuto a presentare la SCIA o a richiedere l’autorizzazione, per poter effettuare questo servizio a casa propria. Si presenta quindi uno scenario che vede due fronti contrapposti. Da una parte i protagonisti della sharing economy, Gnammo in questo caso, dall’altro gli enti regolari e le autorità pubbliche.
In mezzo c’è l’applicazione delle regole.
E voi, cosa ne pensate?
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