Quali sono le caratteristiche di una campagna di webmarketing virale?
Si fa un gran parlare di viralità, per quanto riguarda le campagne marketing. Ma nonostante la viralità non sia prevedibile, esistono alcune caratteristiche comuni alle campagne che sono riuscite ad ottenere un buon successo di pubblico.
Infatti, spesso la viralità non va di pari passo con le migliaia di euro spese, anzi. Spesso gli utenti e gli influencer si trovano a premiare un’idea originale, magari realizzata con mezzi comuni, e decidono di condividerla, commentarla e cliccarci “mi piace”.
Ma andiamo a vedere più da vicino quali sono le caratteristiche che fanno la viralità:
– Pensa fuori dagli schemi, non uniformarti alla concorrenza.
– Corri dei rischi.
– Emoziona.
– Usa l’ironia.
– Studia il tuo target e i suoi interessi. Realizza un contenuto tagliato su misura per lui.
– Sposa una causa in cui credi davvero e promuovila.
– Metti il tuo prodotto in secondo piano. Non deve essere lui il protagonista, ma la storia che stai raccontando.
– Coinvolgi il tuo pubblico.
E tu, cosa ne pensi?
SEO per aziende, a volte basta il buon senso.
Oggi non vi svelerò nessun segreto, né vi rivelerò grandi verità sulla SEO. Sì, perché il grande segreto della SEO è che non ci sono scorciatoie. Nella maggior parte dei casi è sufficiente un po’ di buon senso. Oltre a parole chiave, codici e algoritmi è necessario tenere sempre al centro dell’attenzione la qualità dei contenuti e l’esperienza dell’utente. Solo se questi verranno ritenuti utili, e quindi commentati o condivisi, riuscirete a scalare le posizioni dei motori di ricerca.
Qui di seguito troverete quindi alcuni piccoli consigli, per migliorare la visibilità del vostro sito web.
L’indicizzazione non è l’elemento più importante.
Anziché perdere la testa dietro a trucchi per rendere il vostro sito più indicizzato possibile, fate maggiore attenzione ai destinatari dei contenuti. Ovvero, le persone. Quello che scrivete e le informazioni che fornite devono essere pensate per loro, non per i motori di ricerca.
Notizie fresche, tutti i giorni.
Ecco, questo è molto molto importante. Cercate sempre di offrire contenuti aggiornati. Gli utenti vogliono notizie fresche, quindi non stancatevi di offrire loro informazioni sempre nuove.
Non copiare.
Questo consiglio viaggia di pari passo con quello precedente. Non copiate mai articoli di altri. Cercate di produrre contenuti originali e interessanti per chi vi segue. Google non ha pietà verso i riproduce contenuti altrui.
Chiedete agli utenti.
Come fare a trovare argomenti interessanti per i vostri contenuti? Chiedete agli utenti. Non basatevi solo sulle parole chiave, ma anche sull’assistenza clienti. Questo significa che dovrete ascoltare quello che i vostri clienti (o potenziali clienti) vi dicono o vi chiedono. Di solito le domande sono sempre le stesse. Una buona strategia SEO potrebbe essere quella di rispondere in anticipo alle loro domande.
L’importanza dell’usabilità.
Non è un mistero che siano sempre più le ricerche effettuate attraverso dispositivi mobile. Per questo motivo, non dimenticate mai di controllare come viene visto il vostro sito web su nuove piattaforme e tecnologie. Chiunque deve riuscire a raggiungere i vostri contenuti.
Non trascurate le “code lunghe”.
Poniamo il caso che voi abbiate un attività locale e abbiate deciso di aprire uno shop online. Cercare di posizionarsi con “vendita di scarpe” non è facile, a meno che non vi chiamiate Zalando. E’ molto importante quindi cercare di posizionarvi con le “code lunghe”, ovvero su tutte quelle parole chiave molto specifiche, come ad esempio “Scarpe da uomo in pelle”. In questo modo sarà più facile posizionarsi.
Create relazioni con altri siti.
Ovviamente si parla di siti internet di argomento simile al vostro, o blog tematici. Una volta si chiamava “link building”, oggi invece sono le “pr online”. Intessere rapporti con utenti, blogger, opinion leader o influencer creerà un reale interesse attorno al vostro prodotto.
E voi, avete qualche consiglio da darci?
Come fare marketing su Youtube: i video tutorial.
Youtube è sicuramente uno dei canali più efficaci per promuovere la nostra attività o i nostri prodotti. Certo, non si può pensare di realizzare un semplice video promozionale, non è il genere di argomento che può interessare qualcuno.
In questo caso infatti, come su tutti gli altri social network, è importante cercare di rispondere ad una domanda, ovvero: come posso a essere utile al mio utente finale? Perché dovrebbe essere interessato al mio prodotto?
Youtube, in particolare, è un canale molto efficace per rispondere alle esigenze di chi potrebbe diventare vostro cliente.
I video tutorial quindi svolgono un’azione particolarmente importante: servono per acquisire fan, generare call to action e campagne marketing.
Perché i video tutorial hanno successo.
Su Youtube i video tutorial sono sempre più numerosi, secondo alcuni dati forniti dalla piattaforma, negli Stati Uniti, da gennaio 2015 ad oggi, sono state viste 100 milioni di ore di video che contengono all’interno del titolo “Come…” (“How to…”).
Perché accade tutto questo?
E’ molto semplice. Perché il 91% degli utenti cerca online la soluzione ad un problema o le istruzioni per fare qualcosa. Aranzulla docet. Navigando sul web, è impossibile non trovare la soluzione di un problema o di una curiosità che non sia firmata con il suo nome.
Ma tornando a Youtube, sembra che il 91% degli utenti mobile utilizzi lo smartphone per trovare una soluzione ad un problema e addirittura 1 persona su 3, tra quelle nate tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila, abbia acquistato un prodotto dopo averlo visto in un video tutorial.
I video tutorial, sembrano riguardare gli argomenti più disparati. Dalle questioni pratiche riguardanti il fai-da-te, ad argomenti creativi, fino ad arrivare a questioni di stile (un esempio su tutti, ClioMakeUp). Senza dimenticare i tutorial di cucina, ovvero le ricette, tra i video più visti e amati in assoluto.
La forza dei tutorial è proprio questa: offrire soluzioni o consigli pratici come azienda o professionisti del settore.
Come realizzare un tutorial di successo.
Realizzare un video tutorial non è facile, ma un buon punto di partenza può essere quello di seguire questi tre semplici consigli. Innanzitutto vi servirà un’applicazione per registrare dallo schermo, un buon microfono e idee chiare. Una volta che avrete a disposizione queste cose è importante:
1. Individuare un bisogno reale.
La prima domanda che dovete farvi è: perché qualcuno dovrebbe aver bisogno di me? Questa è già una solida base sulla quale costruire un buon video tutorial. Per essere sicuri che la vostra idea sia realmente utile o interessante vi consiglio di fare una piccola indagine. Cercate nei forum o nei blog di settore, fate domande. Potreste chiedere anche una mano ai vostri fan su Facebook e Twitter.
2. Conoscere quello che fate.
Banale dirlo, ma prima di parlare di qualcosa è bene conoscere l’argomento. Questo sarà utile per creare un contenuto di qualità, completo e fruibile dagli utenti. Se il vostro tutorial si dovesse realmente rivelare interessante, potrà diventare virale.
3. Confrontare le fonti.
Ovviamente la vostra esperienza personale è importante, ma non si può basare un tutorial unicamente su questa. Cerca di trovare altre fonti e confrontale. Ricordate di approfondire.
E voi, avete mai realizzato un video tutorial?
Le regole di Umberto Eco per scrivere un buon articolo. Anche per il tuo blog.
In giro per il web si trovano tantissimi articoli su come scrivere un buon articolo per un blog. Creare contenuti interessanti, pensare alla densità di parole chiave, curare la call to action e tutto il resto, con il rischio di pensare troppo alle regole e rendere i testi freddi e tutti uguali, l’uno all’altro.
Sì, perché è bene sfatare una credenza popolare. Scrivere un buon articolo per i motori di ricerca e, contemporaneamente, interessante e leggibile anche per i lettori, è possibile.
Oggi ho deciso di condividere con te i consigli di scrittura di Umberto Eco, scritti in epoca non sospetta, quando ancora la SEO non esisteva, ma che oggi potranno essere utili a tutti coloro che si occupano di content marketing e copywriting.
Tenendo a mente questi suggerimenti, potrai scrivere articoli davvero accattivanti.
Ecco quindi le 40 regole di Eco per scrivere bene, in italiano, e che ogni copywriter dovrebbe conoscere. Sono tratte dal volume “La bustina di Minerva”:
1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stronzi usano parole volgari.
15. Sii sempre più o meno specifico.
16. L’iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
19. Metti, le virgole, al posto giusto.
20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.
22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.
33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34. Non andare troppo sovente a capo.
Almeno, non quando non serve.
35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38. Non indulgere ad arcaismi, hapax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differenza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.
39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
40. Una frase compiuta deve avere.
Come stanno cambiando i social. Ecco quali sono le ultime novità.
I social stanno cambiando. Negli ultimi mesi infatti sono state introdotte alcune importanti novità, andiamo a vedere quali.
Facebook.
Ne avrete già sentito parlare, Facebook ha acquistato i feed del famoso servizio Whatsapp. Questo significa che tra poco riusciremo anche a trovare i contenuti di Facebook sulla celebre chat.
Twitter.
Twitter continua a cambiare. Dopo la possibilità di mandare messaggi diretti di gruppo e di inviare dm in assenza di follow reciproco, è notizia dei giorni scorsi che dal primo luglio non esisterà più il limite dei 140 caratteri per i messaggi diretti. Forse sulla scia del successo di servizi come WhatsApp e Messenger.
Pinterest.
Anche Pinterest ha cambiato algoritmo. Fino a qualche tempo fa i contenuti mostrati sulla nostra newsfeed erano in ordine cronologico. Oggi invece, una volta loggati, riusciremo a vedere in alto i contenuti che, sempre secondo il nuovo algoritmo, saremo più propensi a pinnare.
Tutti i social: Hashtag e Interazione.
Anche in fatto di hashtag c’è qualche novità. E’ notizia di qualche giorno fa, pubblicata su Marketing Arena, che mette in luce alcune novità su hashtag ed engagement. Sembra infatti che tutti i social network abbiano modificato il proprio algoritmo in modo da limitare l’uso degli hashtag. Infatti sembra che utilizzare 1 o 2 social aumenti l’interazione, mentre utilizzarne di più l’abbassi. Unico social a fare eccezione sembra essere Instagram. Su quest’ultimo infatti, utilizzando 11 hashtag si otterrebbe un’interazione del 79% in più, mentre utilizzandone 10, ci sarebbe solo il 22% di interazione. Si tratta di un dato davvero interessante.
E voi, cosa ne pensate?
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